Holding my breath

Chiudi gli occhi per un attimo e fai un lungo respiro.
Uno di quelli che dentro ci trovi lo spazio infinito,
e il tempo,
e la voglia di una nuova vita,
un nuovo mondo,
un posto lontano.
Apnee solitarie troppo difficili da condividere,
chi porteresti nel baratro?
Il tempo di schiudere le palpebre spuntano polivalenze, pensieri di assurdo,
incertezze e profili sconosciuti.
Non è ancora tempo per i bilanci,
quelli lasciali ai fatti.
Non c’è ancora tempo per i resoconti,
quelli si fanno da sé.
Ma chiudi gli occhi,
e prendi un respiro,
profondo,
che il tempo e lo spazio ti attenderanno ancora un attimo,
divoratore di sogni.

Dammene ancora un altro sorso

Violenza mentale, voglia di ottobre.
Affinità che mancano, desideri che si chiamano.
Credo alla comunicazione mentale, credo agli istinti a distanza.
Credo ai pensieri telepatici, credo ai neuroni corporei.
È il gioco del vedo e non posso, del voglio e non tocco, del dammi e non riesco.
Sono morsi mancati, attimi passati, gemiti spezzati.
Centimetri di pelle a lunga percorrenza, millimetri di spazio lontani anni.
Sguardi rivolti al cielo parlano di fuochi sottopelle, labbra socchiuse scandiscono nonsense sottovoce.
Dazi da pagare in cambio di condivisioni di emozioni.
Compromessi, quelli con cui non vorresti mai scenderci a patti.
Sono pusher di droghe alternative in cerca di affari, o più semplicemente pazzi e solitari nelle loro grigie periferie mentali.
La sete rende ciechi, ma…dammene ancora un altro sorso.

Perennemente in ritardo, perennemente di corsa…

…perchè il ritardo è uno stato mentale, è un segno distintivo, se nasci in ritardo, come me, non puoi che vivere tutta la tua vita in ritardo, anche quando riesci ad essere davanti a tutti con l’età, con le idee, con i fatti, di sicuro sarai in ritardo per qualcosa, un appuntamento, il lavoro, la pizza il sabato sera. E per arrivare prima sposti la sveglia, metti tutti gli orologi di casa indietro di un quarto d’ora, vai di corsa, e ti senti comunque la sensazione di essere in ritardo appiccicata addosso.

Forse corro troppo, ma non credo di aver speranza, ogni tanto provo a mettermi di impegno e mi rilasso decidendo di rallentare un po’, ma il vortice degli impegni e delle cose da fare comunque mi inghiotte, perchè “se non lo faccio io chi lo farà?” risuona nella mia mente, ed è fottutamente vero….

Non contenta di ciò, sono una persona dagli entusiasmi facili, e dalle geniali idee volubili, che nascono e muoiono come le rose, e questa paura di arrivare in ritardo, di perdere il treno, mi dice

“Agisci! Adesso! Prima di perderci le speranze, prima che tutto non abbia più senso!”

Ed io che di corsa, impulsivamente, cavalco i miei entusiasmi, anche se per soli tre giorni.
Non so se è giusto o sbagliato, ma sono fatta così e mi amo così, inoltre, se non approfittassi di queste occasioni, mi ritroverei a nuotare perennemente nel mare della noia interiore, mentre così posso surfare almeno tre giorni sulle mie folli, assurde, instabili idee.

Ovviamente anche questa del blog nasce come una delle mie idee dei 3 giorni, ed arrivo nuovamente in ritardo.

Di nuovo di corsa prendo questo treno, non sapendo se scenderò alla prossima fermata, ma amo vivere così, non fateci caso, e se vi va fatevi questo viaggio con me.

…scappo…