Ore 18.00, interno 3.

Ore 18. Ancora troppo sole fuori.
Cristalli riflessi sul nero dei miei pantaloni.
Un bicchiere di Martini non mi è mai sembrato così lungo da finire.
Sigaretta accesa, a sfumare il mal di testa; mai capito se mi facesse bene o male, il fumo, la vita, l’alcol, il dolore.
Sospiri. Di quelli che ne getti via a palate, di quelli che mischiati a sorrisi sinceri vorresti tenerteli tutti dentro, come un boccone d’aria prima di mettere la testa sotto.
Sorrisi. Di quelli che ti scaldano il cuore e ti rendono felice, solo a guardarli.
Sorrisi contagiosi, sorrisi dedicati, sorrisi dimenticati.
Ho dimenticato cosa si prova a nuotare.
Ho dimenticato cosa si prova a rischiare.
Porto i segni del tempo, dentro.
Porto i segni del disagio.
Sola ritrovo il mio spazio.
Sola rivivo il mio inferno.
Sono tante prefazioni, scritte per vite non ancora vissute, sono i testi iniziati e mai portati a compimento quelli che mi fregano.
O forse no.
È solo un assaggio.
Un bicchiere di Martini non mi è mai sembrato così veloce da finire.
Sole al capolinea.
Posso riaprire gli occhi.

Salvation

Ripercorro certe vie, a volte.
Ripercorro istanti.
Sono stivali neri su marciapiedi bianchi, mattoni che finiscono, confini fra asfalto e cemento.
Schiaccio le linee, riconosco le macchie.
Sono momenti infiniti quelli che ci legano, ricordi dolorosi per ogni tonfo sull’asfalto.
È odore di sabbia, luce che volge al tramonto.
Sono uscite dalla palestra, ancora sudata.
Sono rientri forzati in un luogo che adesso mi manca.
Sono i tuoi occhi che mi guardano, che mi implorano aria.
Non ho potuto salvarti.
Non ho potuto salvarmi.

Nei noiosi pomeriggi di Agosto

Ci sono silenzi che rimbombano in testa come tubi di ferro arrugginiti quando li battevi da piccola, i pomeriggi annoiati in campagna. E ci sono mancanze che sanno di menta cresciuta spontanea al sole su scarichi di lavatrici.
Non mangiarla quella menta là che chissà che contiene, perché si sa che io assaggiavo tutto, nei noiosi pomeriggi di agosto.
Leggi B.Ho già finito, ho letto tutto. 12 libri in un paio di giorni.
E sognavo, sognavo, nei noiosi pomeriggi d’agosto, accanto al mio vento, la menta e gli scarichi di lavatrice.
E fumavo, fumavo e sognavo.
Ci sono mancanze che ti fanno tremare le gambe come quando prendevano forma di un proiettile dentro lo stomaco; ed il sangue, un mare di sangue; e la corsa, più veloce del vento, più veloce della luce.
Ci sono silenzi che risuonano forti come il rimbombare dei tuoi stessi passi in quella disperata corsa contro il tempo, forti come le cicale gridarecce in quei noiosi pomeriggi d’agosto.
E io fumo, fumo e sogno.
E non è cambiato niente, ma non ci sei tu.
E siamo distanti, e continuo a sognare.
Have a nice life.

Animali allo sbando

Fossimo soli, un letto e due candele accese, ti chiederei perchè sei lì con me.
Fossimo soli, su lenzuola sgualcite, ti chiederei perchè proprio me.
Fossimo soli, la musica, la luna e noi, ti chiederei cos’ho che non va, cos’ho che mi rende speciale, cos’ho che mi corrode da dentro.
Ti chiederei di far finta di essere altri, di essere altrove.
Ti chiederei di mentire su tutto.

Sogno, irrealtà o vita parallela.

E fiumi di vino, sopra di noi, a lavare le colpe, perchè l’acqua non basta, è troppo pura.
E il nero della notte, dentro di noi, a celare le colpe, perchè la luce risalta, ed è troppo amara.
Ed il vento dell’autunno, fra di noi, a soffiar sulle colpe, a cambiare i destini.

Il vuoto mi divora da dentro, mi ruba l’aria, mi fa morire ancora un po’.

Lascia che poggi le mie labbra sulle tue, per chiudergli ogni via d’uscita.
Forse lo fermo un istante, baciandoti.
Forse lo fermo un istante, ingoiandoti.
Lascia che rimanga ancora un istante. Rimani anche tu dentro di me.

Lasciami libera, ma légami i polsi.

E prendimi ora, ora o mai più.
Già domattina sarà tutto un miraggio o un ricordo dissolto, che non sai è già stato o se accadrà.
Tempi dilatati, calore dei corpi, gocce di cera sui bordi del letto.

Fammi ascoltare il dolore ad occhi socchiusi, fammi assaggiare il tuo odore a mani legate.
Gemiti sempre più intensi a sovrapporsi al nostro inconscio.
Urla sempre più forti a coprire il frastuono dei nostri silenzi.

Sogni ricorrenti, luoghi già noti, dettagli mai importanti.
Porta con te queste cose inutili su cui mi soffermo, portamele quì, come averi preziosi.
Elogia il diverso, esalta lo sbagliato, per una volta loda i miei errori.
Metti l’accento sul tempo debole mentre ti muovi dentro di me.

La ferocia dei nostri corpi; animali allo sbando di queste notti.

Istanti di me

Nessuno può capirci, tranne noi stessi.

Nausea per la mia vera immagine, che lo specchio riflette, solo per me.
Parole scontate e conati di vomito.
Previsioni troppo esatte, contorni troppo delineati.
Troppa luce, dentro. Luce che mi disturba.

Fuori pensieri scuri e aggrovigliati, penombra, complessità.
Sfumature, rivelazioni, scoperte, stupore, indecisione.
Indefinita, imprevedibile. Ma non a me stessa.

Vorrei essere altro, per innamorarmi di me stessa come nessuno fa.
Vorrei scoprirmi ogni giorno per desiderarmi sempre più.

Vorrei.
Non sempre.
Conoscermi.

Vorrei solo istanti di me, non eternità.

Grigio Temporale

I sogni sono fatti di soffici nuvole.
Ma non quelle bianche che zompettano nell’azzurro del cielo, perché quelle hanno già forme e direzioni ben precise, vagano gioiose riflettendo la luce.
I sogni invece sono fatti di soffici nuvoloni, quelli Grigio Temporale, quelli compatti che vedi nel cielo prima che venga la tempesta.
Se ne stanno fermi immobili, aspettano solo di esser presi, di esser riempiti di belle speranze, di aver assegnate forma e direzione.
Sono lì, in attesa, un attimo prima di quello che potrebbe accadere, sono vuoto anche loro, materia plasmabile.
Ma sono Grigio Temporale, perché la luce entra in loro ma non li attraversa. Loro non riflettono ma assorbono, ingoiano le luci, le nostre immagini, le nostre anime.
Sono Grigio Temporale perché sono consapevoli di essere dei sogni, di esser brevi e quasi irraggiungibili e di svanire una volta esauditi.
I sogni son dei nuvoloni Grigio Temporale che piangono perchè da lassù vedono il nostro mal di vivere, e hanno lacrime di pioggia per tutti i tormenti che chiediamo di barattare con loro.
I sogni son dei nuvoloni Grigio Temporale, ed i miei occhi hanno deciso di diventare come loro.

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