Nudità verbale

Liberarsi dai vestiti, sciogliere quei legami come un reggiseno sganciato, respirare a fondo.
Scendere giù gli slip, percorrere i solchi lasciati sui fianchi e sorridere per esserne priva.
Scendere dai piedistalli, piedi nudi a terra per sentirne il contatto.
Togliere sciarpe, collane, bracciali, slegarmi dalla realtà, dalle apparenze, dalle finzioni.
Essere nuda, sola con me stessa, coperta dai miei errori e con i difetti in bella vista, non aver vergogna nè paure, camminare a testa alta.
Libertà dalle apparenze, dai giudizi, dalle parole, nudità verbale.
Togli tutti quei vestiti B., perché di essi non ne hai bisogno.

Apparenze [Trasloco Prima Parte]

Le apparenze. Le apparenze nascondono sempre la verità, come un uovo di Pasqua con una brutta sorpresa, o come un regalo bellissimo con una brutta confezione.
Lo sai. Lo hai sempre saputo. Hai passato una vita ad evitarle, le apparenze. Lo sai perché tu per prima sei spesso un regalo con la brutta confezione. Ed è comunque la miglior situazione che possa capitare. Lo sai perché tu per prima, carina e sorridente nascondi un mare di malinconia dentro quegli occhi.

Ma sei sempre di fretta, e spesso non ti soffermi su alcune persone. E ti scordi delle apparenze. Di quelle dannate apparenze. E trovi tristezza, stupore o delusione.
Ci sono giorni che scorrono troppo in fretta perché tu riesca a cogliere il significato di alcuni pezzi. E poi quando ti trovi a metterli assieme…”Che stupida! Le apparenze!”
E mentre vai di corsa ti specchi in ascensore. Con quel borsone blu che ti dona tanto in viso, pronta per un nuovo trasloco. Ti specchi e ti vedi stanca in volto, con i capelli arruffati, che se fossi un altro ti baceresti per quanto sei tenera quando sei stanca.
Ma non sei perfetta per gli altri. Ancora quelle fottute apparenze. Sei cresciuta sociopatica e ti basta essere attratta da te stessa per darti sollievo. Si fottano gli altri e le apparenze. E capisci comunque che non è affatto semplice, ma è così. È triste, ma lo accetti così, perché è il miglior compromesso che sei riuscita a raggiungere, il migliore equilibrio momentaneo. Forse un giorno si romperà ma non è questo il momento di pensarci che sei di fretta.

È uno dei tanti traslochi, si deve fare. Lotti contro tutta te stessa che vorrebbe essere da un’altra parte, ma lo fai. Togli qualcosa dal mucchio, lasci i ricordi piangendo. Ma vai avanti come un trattore, perché se ti fermi non ti alzi più.
È curioso come riesci a trovare sempre similitudini fra ciò che fai e ciò che pensi, ciò che senti e ciò che dici. Ma ci sono sempre le apparenze. E tu le buchi, le sfondi, le scavalchi.

Ci sono pomeriggi inaspettati in cui scorgi una piccola luce sotto un lenzuolo nero. Hai paura, tanta paura, e chiudi gli occhi. Perché se davvero hai bucato un’altra apparenza…chi ti dice che non ti farai male un’altra volta?
Ma non vuoi saperlo. Chiudi gli occhi e piangi. E continui a metter roba nel borsone. E non vedi l’ora di scappare.